mercoledì 4 marzo 2020

La vita ai tempi del coronovirus

Ecco, così come nei migliori film la vita quotidiana nel giro di un weekend cambia e non siamo preparati a questa cosa che così velocemente senza controllo sta mettendo tutto il mondo in ginocchio; fino a quando il virus veleggiava dall'altra parte del mondo a pochi interessava, quando poi si è capito tra un sabato e domenica che invece gli italiani girano il mondo in tutta la sua tondità allora si sono drizzate le antenne e si è cercato di capire che cosa sia questo covid-19, che vita propria ha, come si propaga e soprattutto come si fa a non essere contagiati.
Pendolare da 28 anni passo la mia vita in metropolitana un'ora al giorno e la cosa oggi mi destabilizza un tanticchio, sembro ipocondriaca, ma non posso non pensare di essere un ipotetico "untore" apparentemente sano.
Motivo per il quale apprezzo da 12 giorni lo smart working che devo dire è una grande bella cosa, certo lavori senza interruzioni, senza cazzeggi, ma comunque posso fare anche un paio di cose in casa.
No non esco se non sul balcone ad ammirare le mie piante e il roseto che sembra non sappiano cosa stia succedendo nell'aria e la natura è magnifica: i primi boccioli sulle rose, le foglie nuove sui gelsomini, ecco un segno che nonostante tutto quello che ci circonda oggi la vita va avanti, sempre.
Ho smesso di ascoltare i telegiornali perchè la conta dei contagiati è uno stillicidio senza fine, umani confinati nelle red zone, gente che "evade" dal confinamento e mette così in pericolo altri esseri, ergo è la favola del cane che si morde la coda: ci sarà un fine?
Ecco che a Milano si impara a fare a meno degli happy hour, a usare skype per ogni cosa, a usare strumenti di lavoro che non si pensava esistessero e così la vita prosegue nella totale incertezza, nello stato d'animo di non avere i sintomi che tanto fanno paura, ergo febbriciattola e tosse, perchè la coda ai pronto soccorsi è davvero lunga, così come nelle farmacie alla ricerca di un hand made per le mani, (amuchina gel è introvabile) e mascherine ...
ecco pare tutto uno scenario da film, tanto per dirne uno, "Virus letale" con Dustin Hoffman, che poi alla fine si trova l'antidoto e tutti tornano a sorridere
Ma oggi siamo ancora lontani da questo finale, e non ho voglia di sorridere😷😷




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